Massimiliano Martines – Ciclo Di Lavaggio (Dry-Art Record)
Un disco scuro, cupo, questo terzo di Massimiliano Martines, pugliese attivo a Bologna dall’importante background artistico che lo vede regista, attore, poeta e direttore artistico.
In un’altra epoca lo avremmo potuto definire un manifesto di disagio post-punk allo stato puro che trova tregua dalla violenza sonica rifugiandosi nel monologo interiore senza nessuna paura di partorire immagini da incubo e determinare un senso di disfatta generale.
Le chitarre tirate e storte non sono proprio quello che ci si aspetta da un disco cantautorale, ma Ciclo Di Lavaggio invece è proprio così ed emerge quasi cattivo dal suo substrato alternative noise, sia italiano che quello midwest statunintense dei novanta.
Suoni distorti e disturbanti su un recitato nevrotico ed acido da teatro sperimentale che si alternano a distese malinconiche post-core d’autore, se possibile.
Filastrocche nere e visionarie che rimettono in gioco la parte attoriale e reminiscenze di Marlene Kuntz e CCCP ma anche lente e minacciose movenze post-rock.
Un disco di sicuro impatto, complesso ma immediato, poetico e violento, che non può passare inosservato e che rompe le dighe del cantautorato italiano contemporaneo dai colori incerti.