Ebbene si, non ho mai avuto la fortuna di vedere i Kyuss dal vivo sebbene John Garcia a suo modo è stato il mio Elvis in quei primi anni ’90.
Però questo tour acustico dell’uomo di San Manuel nonostante le premesse ha saputo andare ben oltre l’operazione nostalgia.
La domanda che forse non solo io mi son posto: come suoneranno le pietre miliari dello stonerrock unplugged?
Suonavano maledettamente bene la risposta, poichè Ehren Groban, mattatore alla chitarra tanto quanto Garcia, non sarà forse il più pulito o tecnico dei chitarristi ma ha restituito un sapore flamencato a tutto il desertico repertorio in programma in grado di ipnotizzare l’audience completamente, dall’inizio alla fine.
La voce acidula e maligna dell’ex-frontman di Slo-Burn, Unida ed Hermano oggi è più un falsetto pacificato che non nasconde anche la fatica nelle tirate più ardue, ma la grande passione che ancora trasuda è difficile da contenere. C’è molto alcool sul palco, si, ma è più quello offerto e condiviso tra le prime file in un gesto di grande e affettuoso marketing della fratellanza e le scenette e i siparietti improvvisati del duo rendono il tutto meno epico ma infinitamente più simpatico.
E John ci tiene a precisare che alzarsi al mattino, fumare erba e correre nel deserto non corrisponde (più) alla sua vita attuale che è invece quella di bravo marito e fiero papà.
Per i Kyuss-addicted segnalo l’esecuzione di El Rodeo, Gardenia, Space Cadet e Green Machine che mi han fatto scoprire le mie capacità di fare headbanging anche in acustico.
Cheers!
GiulioZine 